Posta a nord del centro abitato sulla vecchia strada che porta a Mantova è inevitabile scorgere la chiesa di Santa Maria della Pieve. Tra le pievi dei territori circostanti questa è di certo per conservazione e qualità degli apparati pittorici una delle più interessanti.
Si tratta di un suggestivo edificio di impianto basilicale a navata unica, con tetto a capanna, terminante in un’abside semicircolare, a cui è addossato il campanile coronato da eleganti bifore. Le pareti, che si presentano in pietra, mattoni e ciottoli a vista disposti in modo irregolare, terminano, nel punto di giunzione col tetto, in caratteristici archetti in cotto, tipici del romanico lombardo. L’ edificio risalente al X sec., ha mantenuto quasi immutato il suo aspetto, se si escludono lavori di consolidamento statico eseguiti in epoche successive.
All’interno, lavori nel ‘900 hanno asportato le strutture barocche, permettendo la visione di affreschi, la cui
datazione, grazie al confronto con iconografie simili, è ipotizzabile tra gli inizi del XIV e la prima metà del XV secolo.
Ciò che colpisce il visitatore entrando nella chiesa, sono l’imponenza e il buono stato di conservazione dei dipinti absidali. Gli affreschi sono sviluppati in tre registri distinti: il più esteso, quello del catino absidale, rappresenta il Cristo Pantocratore in mandorla iridata, attorniato dai simboli degli evangelisti e da due santi in atteggiamento devozionale. Nel registro intermedio è sviluppata una teoria di santi. Nel registro inferiore, normalmente dedicato alla pittura devozionale, sono ancora visibili le parti superiori di riquadri raffiguranti due Madonne col Bambino in trono e una Crocifissione.