Chiesa Parrocchiale

Chiesa Parrocchiale, facciata

La Chiesa Parrocchiale è dedicata all’Assunzione della Beata Vergine Maria domina con la sua imponente facciata la principale piazza del paese. La chiesa costruita su un piccolo dosso, è accessibile dalla piazza attraverso un’imponente gradinata marmorea ricostruita nella meta del ‘900 sulle forme della preesistente seicentesca. 

L’impostazione interna è di tipo basilicale a tre navate, fiancheggiate da cappelle laterali. L’edificio, come spesso accade, è il frutto di una sovrapposizione di parti e stili, che qui sono stati armoniosamente ricomposti dall’opera di Fra Paolo Soratini, abate e architetto di Lonato (Bs), nel 1750. 

Il complesso che ha origine dalla preesistente chiesa dedicata a San Vito è già presente in documenti del 1087. 

All’interno vi sono contenute importanti opere d’arte: come la pala di Tiziano Vecellio, il Compianto di stampo Mantegnesco, una tela raffigurante “ Il Cristo morto tra le donne piangenti” tradizionalmente attribuita al Tintoretto, gli ovali della Via Crucis del Bazzani, “l’incredulità di San Tommaso” di Andrea Bertanza del XVII secolo, il coro ligneo e preziosi arredi sacri. 

L’altare maggiore nel suo assetto attuale risale al 1729; attribuito alla bottega dei Corbarelli, è una delle più pregevoli testimonianze di quel saper fare degli artigiani intarsiatori tra Brescia e Verona a cavallo del ‘700. 

All’esterno, sul retro della chiesa sorge l’elegante campanile seicentesco. 

 

Chiesa Parrocchiale, veduta dalla Torre Civica

Via Crucis.

I 14 ovali della Via Crucis, più una “Pietà” e una “Madonna Addolorata”, originariamente posizionati

all’interno della Pieve, sono una interessante testimonianza pittorica della seconda metà del ‘700 del nostro territorio. Queste grandi tele, attribuite da una nota di inventario alla scuola di Giuseppe Bazzani (1690-1769), erano posizionale sui muri della navata della chiesa della Pieve all’interno di una cornice in stucco facente parte delle decorazioni settecentesche che la adornavano. 

In esse si può riconoscere l’opera di quattro artefici, di cui solo uno ha posto, sul primo e l’ultimo ovale la firma, “FIGARI G. GIACOMO 1760”. 

Dopo il recente restauro le tele sono conservate nella Parrocchiale. 

 

Il Cristo morto tra le donne piangenti.  

La Pala, originariamente collocata come sovrapporta nella sacrestia, è tradizionalmente attribuita al Tintoretto, ma pur essendo un’opera di notevole interesse, non esistono indizi per una tale attribuzione, di certo è un pregevole esempio di scuola veneta della metà del ‘500 

La tela, proprietà della famiglia di Pietro Ianibello, curato dal 1549 al 1567, fu donata dallo stesso alla sua morte, come si legge in una nota del registro parrocchiale. 

Piazza della Vittoria, veduta storica